Questa lettura della verità di sé con l'altro nasce dal rapporto interpersonale, quando l'empatia e la sollecitudine sono conosciute per il loro valore di relazione. All'interno di questa, curare una sofferenza esistenziale è porsi soggetto di fronte ad un altro soggetto: in questo c'è un confine di identità separate, ma, allo stesso tempo, chi cura e chi è curato sono in reciproco ascolto. Il profondo senso dell'esistere emerge dove l'orizzonte ideale di un riorientamento è richiesto all'altro e a se stessi. In questa asimmetria c'è reciprocità e, nella diversità, c'è armonia. Il trasformare la sofferenza in un dono fa nascere un desiderio di restituzione che è l'azione della vita. Qui il confine è stato valicato e i soggetti si sono interscambiati, perchè ognuno, in questa relazione, è nella ricerca di un sempre nuovo equilibrio esistenziale.