A partire da un confronto con il paradigma epistemologico elaborato dal "pensiero della complessità", l'autore svolge una riflessione sul comune statuto epistemologico di quegli interventi che si costruiscono all'interno della relazione, al di là delle peculiarità che caratterizzano i singoli ambiti. In particolare, l'autore ribadisce come i più recenti sviluppi delle scienze abbiano dimostrato che non esiste un unico metodo scientifico, ma una pluralità di metodi di ricerca: ciò rende legittimo che le cosiddette scienze cliniche considerino gli eventi nella loro irriducibile specificità, senza adottare metodiche oggettivanti, né aderire a modelli di spiegazione di tipo qualitativo.