L'articolo individua, come possibile ideale regolativo per coloro che operano nella dimensione dell'aiuto alla crescita ed alla formazione umana, una figura di persona eticamente matura, delineandone i tratti fondamentali. Questi sono evidenziati attraverso un percorso che esplora il rapporto tra relazione ed eticità e individua nella realtà della reciprocità, del riconoscimento, della relazione interpersonale, il luogo originario della responsabilità e quindi della moralità.

Al lettore, come uomo e come professionista, viene presentata, quale esperienza di riflessione etica, la lettura delle modalità con le quali egli sceglie di vivere l'incontro con l'altro e di rispondere alle richieste che questo pone, definendo il proprio progetto di vita ed organizzando, intorno ad esso, i propri valori.

Il traguardo che l'autore delinea è quello del passaggio da una logica di strumentalizzazione dell'altro, di riduzione di esso alle esigenze dettate dalle proprie esclusive finalità, ad una logica di apertura all'accoglienza gratuita ed incondizionata, di cooperazione e di corresponsabilità nella maturazione delle rispettive scelte esistenziali ed etiche. Il tendere a questa condizione si configura per ogni uomo, e per il professionista dell'aiuto in particolare, come un compito formativo ed autoformativo che ha, come durata, la lunghezza dell'intera vita.